La società ci impone un’ eterna giovinezza e la danza impone di non invecchiare mai.

Per un danzatore 35 anni è un limite di età e di possibilità; dura realtà a cui tutti e tutte prima o poi perveniamo.

È vero che il corpo col tempo trasmuta in potenza e in mobilità, ma in questo viaggio nel tempo, matura in esperienza, creatività e in coscienza dell’importanza delle sfide nella perfomance.

In tutti questi anni ho incontrato molti corpi “diversamente abili” ma ugualmente emozionanti e per questo trovo limitante che esista l’idea di una “data di scadenza”.

Questo progetto è pensato come inizio di un “tempo nuovo”, e si fonda sulla profonda fiducia che si arricchirà con l’esperienza e con l’intenzione del non rendersi mai etichettabili, nemmeno si sia Under oppure Over.

Davide Rocchi