Claudia Bianchi, mentre rimette a posto la libreria, ritrova un appunto tra le pagine di un libro dei tempi dell’università, e ricomincia a sognare di creare una RADIOSTAZIONE da cui diramare messaggi, musica e poesia.

RADIOSTAZIONE opera in continua evoluzione, si presenta qui come performance teatrale, coinvolgendo gli spettatori in una fruizione audio immersiva, con interventi a più voci eseguiti dal vivo. Nata da un racconto, l’opera fortemente evocativa, viene pubblicata come serie audiovisiva per il web, tentando di riscrivere una realtà spesso depauperata ed anestetizzata.

Attraverso l’ascolto dei sogni narrati da Claudia Bianchi (soprannominata Sheena) e dalle sue voci interiori, RADIOSTAZIONE fa emergere l’impellente bisogno di “riestetizzare” un quotidiano che ha perso di senso e di bellezza. Ci racconta con candore e accorta leggerezza che gli avamposti culturali, il respiro poetico, il sogno come valore irrinunciabile e l’arte come affermazione dello stesso, sono necessari per il nostro esistere e sopravvivere. In questo senso la stazione, il viaggio, i passeggeri sono una metafora di questa riappropriazione, di questi transiti.