Appunti per il sole
Daniele Albanese
con Fabio Pronestì e Diego Spiga
musica Simon Balestrazzi
luci Yann Hamelin, Loïc François Hamelin
coproduzione Fuorimargine, Insulae Lab, Altra Associazione
con il sostegno di Europa Teatri
inafferrabile.
Il tappeto sonoro nasce dall’applicazione del concetto di vibrazione/ pulsazione solare alla materia acustica, in una dinamica di continua crescita e espansione, capace di mantenere salda la relazione con i corpi dei danzatori, mutuandone e amplificandone ritmi e contro-tempi. La struttura musicale è dunque vertiginosa, costituita da cicli di velocità e intensità in continua crescita progressiva, con intervalli di momenti di improvvisa sospensione. Progressivamente ogni sezione ritmica apre a nuovi immaginari corporei, con un groove che prende spunto dai territori della techno ma che si tiene lontano dalle forme consolidate. Il suono massiccio e avvolgente dispone un paesaggio sonoro elettronico e sintetico, rigoroso ma dai confini permeabili e punteggiato da elementi stridenti e aleatori, dove cercare un modo diverso di vivere gli spazi percussivi.
Appunti per il sole si pone su un piano sensoriale, cercando di riportare a un livello primordiale il rapporto tra chi guarda e chi agisce, aprendo a una ri-definizione semplice di cosa sia danza.
Daniele Albanese
è un coreografo, danzatore e performer che lavora tra l’Italia e Berlino.
Dopo essersi formato come ginnasta e ballerino classico, si diploma nel 1997 all’EDDC (ora ArtEZ) di Arnhem in Olanda, dove studia Complex Movement, Release Technique, Alexander Technique, Composition, Choreographic Structure, Theory, Improvisation con alcuni dei maestri del postmodernismo americano come Eva Karkzag, Steve Paxton, Lisa Kraus, Jennifer Lacey, K.J. Holmes, Mimi Goese, Yvonne Meyer, Tony Thatcher.
Dal 1995 è autore indipendente e in parallelo lavora come interprete e collaboratore di numerosi artisti di fama internazionale tra i quali Benoit Lachambre, Virgilio Sieni, Nigel Charnock, Jennifer Lacey, Eva Karczag, Karine Ponties, Peter Pleyer.
Nel 2002 fonda la compagnia STALKER_Daniele Albanese con lo scopo di indagare la danza come linguaggio in termini di relazione tra strutture chiuse e strutture aperte, alla ricerca di un segno coreografico al contempo preciso e mutevole.
Dal 2005 insegna tecniche di improvvisazione e somatic work a studenti di danza e a professionisti attraverso workshop e laboratori presentati all’interno di scuole di danza, festival internazionali e centri di ricerca.
La sua ricerca abita il continuo passaggio dal corpo come oggetto al corpo come soggetto in un flusso di trasformazioni in cui il gesto diventa astrazione e viceversa. I suoi lavori esplorano le forme ibride che nascono nel passaggio tra un luogo e un altro, tra un movimento e un altro, considerando il confine non come ostacolo ma come luogo di turbolenza e motore di cambiamento che genera nuovi modi di incontro con il pubblico, portandolo verso dimensioni percettive inusuali.
È presente con i suoi lavori nei più importanti festival italiani ed internazionali.
Nel giugno del 2022 ha conseguito il diploma del percorso di formazione triennale della Schule für Alexander Technik diretta da Dan Armon a Berlino.