Le Aorgiche
con Loredana Scianna
regia e testi poetici Ilaria Gerbella
musiche originali Davide Bazzali
frammenti musicali da Liszt, Nick Cave, Sigur Rós
disegno luci e tecnica Lucia Manghi e Erika Borella
Il termine aorgico è un aggettivo, che noi abbiamo sostantivato: nell’accezione di Hölderlin l’aorgico rappresenta il caos primordiale del possibile, in contrapposizione all’organico, che è invece è il regno della logica umana.
La natura primordiale, che ha sede nella dimensione del mito e della fiaba, si manifesta attraverso figure archetipiche, modelli esemplari che identificano i nostri istinti profondi.
Nel nostro caso si allude a una sostanza originaria che predice il compimento di una forma: le figure scelte dalle fiabe sono icone di ciò che è alla base della natura del femminile e che porta alla sua compiutezza nel tempo: l’incoscienza e il coraggio delle Bambine (l’infanzia), l’inettitudine e le aspettative delle Principesse (l’adolescenza) e la consapevolezza, delle Fate/Streghe (la maturità e la vecchiaia), le uniche che agiscono in piena coscienza, nel bene o nel male.
Abbiamo scelto le fiabe più note, quelle che tutti conservano nei propri ricordi, perché la sintesi scenica risultasse chiara pur in assenza di una “storia” in senso stretto, per lasciare spazio alla suggestione.
Il testo, in forma poetica è molto più evocativo che narrato, l’azione teatrale segue il percorso atemporale e libero di un sogno, in cui ogni personaggio viene chiamato a compiere il proprio necessario destino.
Un percorso tra più figure femminili della fiaba di tradizione, un itinerario fisico nello spazio della scena del Teatro Europa, mutando atteggiamenti, forme espressive, parole evocative per terminare con Cappuccetto Rosso, sfidando il lupo insieme nella notte, “il cacciatore poi arriverà”: Loredana Scianna è sola in scena per Le Aorgiche, drammaturgia e regia di Ilaria Gerbella, disegno luci di Lucia Manghi e Erika Borella, produzione Europa Teatri, uno spettacolo il cui titolo, così viene motivato, richiama il caos, il disordine che precede l’ordine, la possibilità di dare logica al reale.
E sicuramente le fiabe nascondono/ svelano, nell’apparente equilibrio narrativo, aspetti segreti, magmatici, del subconscio, paure e desideri difficilmente riconoscibili, individuabili, confusi grovigli di aspirazioni e timori legati al tempo della crescita.
[…] Non c’è racconto, ma solo un fluire di situazioni, con parole che evocano i diversi personaggi per brevi cenni… Tanto pubblico, molto convinti gli applausi.
(dalla recensione di Valeria Ottolenghi per Gazzetta di Parma)
Ma strega o principessa o bambina, la femminilità di questo testo lirico e straniante, volutamente antirealistico per trascinare lo spettatore in una realtà psichica che risponde a leggi autonome […], si snoda in colori e suoni che lasciano intuire qualche verità sul profondo femminile, molto spazio alla lettura personale e poche risposte a chi voglia indagarlo. […] In questo ritratto del contrasto fra illusione e disincanto, Loredana Scianna trae gestualità e giochi di voce che ora divertono ora impressionano tanto facili le riescono le mutazioni di registro.