Mani d’argento
Spettacolo adatto a bambini dai 6 ai 10 anni
di e con Chiara Rubes e Franca Tragni
luci Lucia Manghi
Allestimento a cura di Chiara Rubes, Franca Tragni e Mauro Vecchi
Se una storia è un seme, noi siamo il suo terreno, ascoltando la storia riusciamo ad esperirla come se noi stessi fossimo l’eroe e l’eroina che alla fine vince.
All’eroina di questa rocambolesca fiaba vengono, complice un padre poco accorto, tagliate le mani. Da lì una serie di vagare e peripezie la portano ad allontanarsi dalla famiglia e poi, attraverso molte cadute e risalite con interventi magici o di pazienza, astuzia, sapere dell’eroina stessa, si arriva alla risoluzione felice: le mani ricrescono in materiale assai più prezioso che all’inizio, d’argento appunto.
La fiaba sembra dire: realizzarsi significa non tanto non cadere ma alzarsi ogni volta e imparare. Molti meravigliosi eventi tra paura e stupore si snocciolano nel racconto e nello spettacolo in un gioco di luci e ombre emozionante e dal ritmo mozzafiato.
La protagonista impara a viaggiare senza meta quando la meta non è ancora chiara, ad affrontare il malvagio in vari modi ad incontrare maghi e farseli amici, a distinguere il buono dal cattivo e a scegliere il buono, a stare sola, a condividere ed amare, ad aspettare e a resistere. Sembra accordarsi agli avvenimenti in una danza e alla fine con l’istinto e l’intelligenza vince… Ovvio, ma come arriva alla vittoria è fantastico.
Questa fiaba parla dell’imparare la resistenza. La parola resistenza vuol dire continuare senza sosta ma anche rendere forte, rendere robusto, risoluto,non andare avanti tanto per andare avanti. Resistenza significa che stiamo facendo qualcosa di essenziale.